Bobby Farrelly, Peter Farrelly, Usa, 2011, 109 min.
Trama: Due mariti mattacchioni, esasperati dalla vita matrimoniale e monogama, ricevono un dono dal cielo: la possibilità (offertagli dalle loro mogli che si sono stufate della superficialità dei rispettivi partneersssss) di spassarsela per una settimana intera, considerarsi single, niente legami, solo divertimento e quello che succede succede. Peccato che succeda poco.
Il Film: 9.10 di sera. A casa. Ricevo un SMS. “Vieni da me si guarda Libera Uscita, filmone”. Ora, dato che quando si tratta di film da vedere il tempo è denaro, e alla tele davano Departures, film già visto ma che fa sempre piacere rivedere, sono andato prima su wiki per sapere chi erano almeno i registi. Oh bene dai, i fratelli Farrelly. Esco di casa gaudioso, cioè, una merda non potrà essere, questi hanno fatto Scemo e + Scemo, Tutti Pazzi per Mary, ma anche lo Spaccacuori che era bellino. Nella mia stupida foga mi sono però dimenticato di dare un occhio alla locandina, se fossi stato più attento avrei letto un “dai registi di Tutti Pazzi per Mary..” che deve necessariamente mettere sull’allarme. Non c’è modo migliore di attirare spettatori ad un film del cazzo, se non citando un film che del cazzo non è, e ci sono cascato come un coglione…un’esca da principiante. Diffidate di tutte le locandine il cui titolo rimanda ad altri film. Libera Uscita non è un granchè; ecco, non che sia completamente da buttare, due-tre battute forse un sorrisino te lo strappano, però niente a che vedere con le sopracitate commedie, ad esempio. E’ una commedia leggera, che dalla trama (o almeno dai presupposti) dovrebbe far ridere, ma che alla fine ti fa solo aspettare una scena una almeno che ti faccia sganasciare, ma che non arriva, e quando te ne rendi conto il film è già finito e partono i titoli di coda. Manca di ritmo narrativo (in certi punti un po’ noioso), manca di brio, e manca anche un attore che catalizzi l’attenzione. Per dire, Una Notte da Leoni senza l’attore grassoccio con la barba non avrebbe avuto il successo che ha avuto (sequel compresi); in questo caso manca qualcuno così, anche meno coglione totale del “grasso con la barba” ma che ti faccia sperare che almeno lui una cazzata da ricordare la combinerà di sicuro. Invece no, qui è tutto molto blando, sa già di già visto. A onor del vero ammetto anche una certa antipatia nei confronti del povero Owen Wilson, il quale poverino non mi ha fatto nulla per restargli antipatico, ma lo trovo sempre un po’ fuoriposto e poco incisivo. Domanda: ma le babysitter in America le fanno tutte more strafiche e generose?
Voto: 5,5. Alla fine forse proprio per il fatto che questi mariti sciolti dal giogo del matrimonio non facciano poi chissà cosa sta la chiave del film. Sul finale emerge, infatti, l assioma che supera lo spazio e il tempo, che vale in ogni epoca: le donne riescono sempre a tirarcelo nel culo e a farci passare per dei coglioni. Ecco, era meglio Departures.
Vitellozzo.
Condivido l’inspiegabile antipatia per Owen Wilson che sono riuscito a tollerare solo in “Midnight in Paris” anche se a fatica perché rimpiangevo il Woody dei vecchi tempi..
L’ho visto qualche mese fa e noto, con piacere, che tu hai avuto le mie stesse impressioni.
Su tutte, un piccolo ragionamento sul protagonista: Owen Wilson, suo malgrado, è il cassico “attore spalla”, ovvero bravissimo quando la luce della ribalta è tutta per il protagonista (ad esempio nei tanti film con Ben Stiller), pessimo quando è lui a dover guidare le danze.
esatto, il povero Owen è sempre abbastanza scialbo quando fa il primo attore protagonista