Jerry Calà, Ita, 1995, 96 min.
Trama: Con un tentativo più che maldestro Jerry Calà si mette in cabina di regia e prova a farci vedere come se la spassano i ragazzi il sabato sera. Oh Jerry, gnamo, fai la parte del milanese piacione e limitati a quello, che mi piaci sempre, ma non ti spingere oltre, risparmiaci. Capitttooo??
Il Film: Per l’angolo del trash. In queste calde nottate estive mi piace vedere film giovani sui ragazzi giovani che vivono la notte. Se poi questa è anche un occasione per riscoprire grandi personaggi dello spettacolo, spariti oggi – non si sa perché – dagli schermi televisivi, tanto meglio. Questo film è la sintesi perfetta delle due cose: da un lato ci permette di dare uno sguardo alle notti della disco, e dall’altro di sfottere senza troppi rimorsi la recitazione più che penosa di gente più che penosa, famosa per programmi più che penosi. L’occhio poi, che ci dovrebbe mostrare come se la spassa il popolo della notte, è quello di uno che adulto non è mai diventato, neanche ora a sessant’anni suonati: Jerry Calà, che nel film interpreta la parte di se stesso, andato a ritirare un premio in una delle discoteche dove si svolge tutta la storia. Parlare di storia è abbastanza imbarazzante, visto che sono scenette ingenue legate una all’altra solo per il fatto che riguardano i ggiovani e si svolgono suppergiù nello stesso posto, sulle rive del lago di Garda, famosissimo luogo per il divertimento giovanile, estigazzi. Oltre ai temi affrontati (e soprattutto al modo in cui viene fatto), altro elemento di indiscussa eleganza è il come alcuni di questi vengono presentati, attraverso cioè le telecamere di una televisione venuta lì proprio per intervistare i ragazzi e scoprire il loro mondo, una specie di Lucignolo. Mondo dove il buon Jerry senza buongusto ci butta dentro tutto, della serie meglio abbondare, senza un minimo di logica, o comunque con una logica che ti fa cascare veramente le palle: scena 1 – i due classici figli di papà sono in macchina e decidono di fermarsi a fare scorta di alcolici da mettere in un borsone che poi si porteranno dietro nel locale (comodissimo), scena 2 – alcuni ragazzi (sempre di notte) vanno all’ospedale a trovare una loro amica teen, in coma a causa di un incidente con la macchina, con genitori allegati, piangenti al capezzale della figlia. Cioè, cosa ci vuoi dire? Che se uno beve e guida poi fa un incidente e va in coma? Il prima e il dopo? Voglio dire, sarebbe anche un principio condivisibile (sempre con le dovute correzioni) però raccontato in questo modo (e con questi tempi del film) è da denuncia. Ma mettiamo anche che Jerry sulla macchina da presa si riscopra non dico un genio, ma almeno capace, mettiamo che abbia avuto (cosa che non è successa) un aiuto regista che non fosse un cane e sia riuscito a girare scene almeno con un senso; ecco, sarebbe comunque tutto rovinato (o impreziosito, a seconda dei punti di vista) dalla creme dei nostri migliori talenti recitativi, vanto della nazione. In ordine sparso: una giovane e molto manza Francesca Rettondini che stetteggia nella discoteca, una piacevolissima – solo da vedere – Alessia Merz, sparita dai radar mondiali per il bene del cinema, un elegante Fabio Testi che fa la parte che avrebbe dovuto fare De Sica se avessero avuto i soldi per ingaggiarlo, e cioè quella del padre di famiglia farfallone e con l’amante. I più bravi di tutti li lascio però alla fine: Walter Nudo, che regala i 10 minuti più belli del film grazie a una recitazione indegna persino per lui, Valerione Staffelli, nella parte del milanese arrogante coi soldi e le fighe “welà cazzo ffai, portami il grano dai” che fa sempre tanta simpatia, e una giovanissima (e sempre odiosissima) Victoria Cabello, non la sopporto proprio lei. Menzione speciale anche al poster di David Hasseloff in camera della Merz. Generazioni a confronto: ora gli One Direction, prima Mitch Beucannon, chi ha perso?
Voto: 3. Era una sufficienza piena, poi verso la fine mi è sembrato di vedere uno che odio più di tutti a fare una comparsata, e allora no. Va bene Walter Nudo, passi anche Victoria Cabello, ma Povia no cazzo.
Vitellozzo.
Ho sempre odiato Jerry Calà, sempre.
Incarna perfettamente lo stereotipo dell’italiano medio che non sopporto e che rifuggo ogni secondo della mia vita.
e pensare che ora è anche testimonial in qualche rete televisiva italiana dove promuove tutto questo filone di film! che incubo!
sì, ho visto qualcosa…chiaramente tutti film imbarazzanti che hanno la pretesa di essere originali e cardini della commedia italiana (a detta sua)
la tragedia è che alcuni sono anche belli:brancaleone alle crociate ad esempio. Non oso pensare cosa possa dire al riguardo.
Per quanto riguarda questo classico del Cinema Imbarazzante, non dimentichiamo la scena in cui la Mertz torna a casa dall’amica dopo un’aggressione e la cosa si sistema con la frase dell’amica che dice: non lo dirò a nessuno.
Tanto per dire…
è una normalissima reazione a un tentato stupro! ma cosa ne sai te se non sei un ragazzo della notte ggiovane! questo è cinema verità!
All’apparizione della Merz (madrina di questi aborti cinematografici datati anni ’90) ho avuto gli stessi incubi di quando ho visto per la prima volta il quasi coevo Panarea. Che, a ben vedere, non è poi così differente da questo film caratterizzato, peraltro, dalla presenza di volti noti che anticipa un altro terrificante ramo cinematografico impostosi nel decennio successivo (ovvero i cosiddetti “film marchettoni”, realizzati al fine di “promuovere” personaggi televisivi alquanto dubbi come ex concorrenti di reality). Peccato, perché il titolo prometteva bene…
no no, anche il titolo mi urta un pò…troppo simile a i guerrieri della notte, capolavoro che con questo non ha nulla da spartire, neanche tre parole
Cazzo ma povia??? Davvero? Entusiasmo! Piu o meno come fa il piccione…sulla statua… !! Grandissima rece! Mi hai abituato troppo bene ;)…il film pero’ non lo guardo 😉
Ma come non lo guardi? e mi bocci Walter Nudo così?
Walter nudo…spettacolo!! Va a finire che me lo guardo davvero 😀😀😀
Ieri sera è stata trasmessa un’altra chicca, Sapore di mare 2. Voglio la recensione, ma non toccatemi Ciavarro 🙂
Eh vabè allora se ne devo recensire uno mi prendo il primo, he rispetto al 2 è 10 spanne sopra (pensa te come siamo messi)