Roland Emmerich, Usa/Fra, 1994, 125 min.
Trama: In pillole. Un gruppo di ricercatori scopre un portale che collega questo mondo ad un qualche pianeta chissà dove nella galassia. I mattacchioni però, non sanno come farlo funzionare perché non riescono a decifrare la coordinata decisiva per aprire il canale di comunicazione tra i due mondi. Dato che i simboli sembrano avere una qualche attinenza con i geroglifici egizi, chiamano un linguista molto bravo, a cui nessuno ha mai dato credito per via delle sue teorie sulle origini aliene della civiltà egizia, un po’ sfigatello, anche lui fogato coi simboli, Daniel Jackson. In caso di incontri indesiderati al di la del muretto, invece, può bastare un ex-generale impazzito e molto incazzato. Chiamatelo Kurt.
Il Film: Prima di specializzarsi nel filone dei film catastrofisti, e in effetti, gli ultimi in ordine di tempo sono molto catastrofici per quanto sono brutti – per rinfrescarsi la memoria The Day After Tomorrow, 10.000 A.C, 2012 – Emmerich ha girato anche questo filmetto, che poi ad oggi è il migliore di tutta la sua carriera. Si è parlato per anni non solo di un sequel, ma di una trilogia, di cui Stargate doveva essere il primo capitolo, ma alla fine non se è mai fatto niente, anzi no, sono nati una serie di prodotti surrogati che hanno ripreso la storia, o l’idea di fondo; come non citare la saga televisiva con McGyver, di molto dubbia bellezza, tolta la sempre gradita presenza di Mc, appunto. Comunque, dato che questi sono un po’ gli anni d’oro dei sequel senza senso, o dei prequel senza fondo, o dei remake senza ragione, vivo ancora nel terrore che anche questo me lo possano rovinare con un capitolo demmè, dato che gli attori, il nostro stimato Kurt, e anche James Spader, godono di ottima salute, oltre che Rolando, sempre lì lì per vincere l’Oscar “Boiata dell’anno”. Intanto, mettiamoci il cuore in pace e (ri)guardiamoci questo di Stargate, scrivo riguardiamoci perché non esiste che nel 2013 qualcuno non l’abbia ancora visto. Uno dei primi film di fantascienza che mi ricordo, dove gli effetti speciali ci sono, ma nei tempi giusti e nella giusta misura. Da buon ’90 anche una sacrosanta dose di ammazzamenti dei cattivi, una bomba nucleare da far esplodere (bisogna sempre portarsene dietro una ad ogni evenienza), e anche una storiella d’amore che comunque non rovina l’impronta fantascientifica di largo consumo dell’insieme. Dando un’occhiata anche al recente tenore delle trame tirate su non si sa come nei film di questo signore, fa piacere ricordarsi che, invece, Stargate, è anche di buon livello sotto il profilo della storia. Un classico film di fantascienza, con in più Russel, garanzia anche di un po’ d’azione e di qualche scurrilità made in USA.
Voto: 7,5. Saluta Tutankhamon da parte mia, stronzo!
Vitellozzo.