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Kill ‘Em All

Metallica, 1983.

Premessa doverosa: in realtà non dovrei essere io a scrivere di Kill ‘Em All, nonostante stimi veramente tanto i Metallica e gli abbia tributato – insieme ai Maiden –  3/4 anni della mia vita coi capelli lunghi a pogare. Non dovrei essere io, perché se c’è qualcuno che avrebbe il sacrosanto diritto di trattare il metallo, questo sei solo tu, Lele. Se stai leggendo, devi sapere che da parte nostra l’offerta è ancora valida. Non c’è nessuno meglio di te per consolidare l’inutilità di questo blog con una pagina sul metal.

Detto questo, l’album. E’ il primo dei Metallica, se si escludono dei demo precedenti alla sua uscita ufficiale. E’ il primo di una lunga serie di lavori che dall’83 fino a oggi ha venduto milioni di copie nel mondo, meritatamente o meno. Perché se alcuni album sono delle pietre miliari, di altri non se ne sentiva la mancanza, soprattutto gli ultimi in ordine di tempo. Devo ancora smaltire il colpo ricevuto dalla collaborazione con Lou Reed che ha dato vita a una merdata colossale, il bellissimo fantastico album Lulu, peggio di una martellata sulle palle. Per fortuna, Kill ‘Em All appartiene al primo gruppo. Diciamo subito una cosa: per ascoltare i Metallica non bisogna essere vestiti di nero con borchie anche sul culo, pantaloni di pelle aderenti come carta velina, anfibi d’estate e capello lungo, queste son tutte cazzate. Il metallaro classico sta scomparendo; sì, ogni tanto a giro c’è ancora qualche esemplare, ma sono sempre più rari, e abbastanza ridicoli nel voler proseguire uno stile di vita di un epoca che non c’è più (chi altri c’è rimasto a fare metal che possano prendere il posto dei Metallica, ammesso che sia possibile’). Per ascoltare i Metallica l’immagine è superflua, inutile, tanto è vero che anche loro col tempo hanno virato verso un aspetto leggermente più sobrio. Una cosa però ci vuole sempre: la rabbia. Kill ‘Em All è la rabbia di James Hetfield che non canta, urla, è la batteria di Lars Ulrich che si finisce le mani in sessioni disumane di furore,  percussioni velocissime e martellanti, è il basso sepolcrale di Cliff Burton , è la chitarra di Hammet, lancinante, e grezza. La stessa copertina non è un invito a prendere il tè coi pasticcini, al limite la tazzina te la spaccano in testa.

Dire due parole su ogni brano sarebbe abbastanza ridicolo, e anche senza senso, visto che la divisione in queste 10 tracce è puramente dettata dalla necessità; avrebbero potuto scrivere “Metallo” e fare un unicum di 60 minuti, io non mi sarei certo lamentato. Tanto quando ascolto Hit the Light dopo 30 secondi non so più nemmeno dove sono, i minutaggi e le pause non contano più un cazzo, per me c’è solo Hetfield nella sua canotta nera e coi baffetti rossicci tutti sudati che urla “well’kick your ass tonight!” e Hamme(R) che ti lancia assoli come cannonate. Un album che se la prende con tutto il mondo, fatto da 4 che il mondo lo vogliono distruggere come i cavalieri dell’apocalisse (The Four Horsemen). Dei testi che – seppur grezzi e ancora acerbi – sembrano scritti da Pascoli per quanto sono tranquilli: Look up your wife and children now / it’s time to wield the blade. Bisogna dire che senza gli attacchi Ulrich alla batteria Kill ‘Em All sarebbe stato tutto un altro disco – solo Anesthesia Pulling Teeth attacca con le chitarre – quindi ringrazio la famiglia di Lars che lo portò in America. E ringrazio anche i Motorhead che hanno ispirato i Metallica che gli hanno dedicato Motorbreath, vero e proprio omaggio a un’altra grande band con un idolo assoluto come frontman (il pezzo è vicinissimo in effetti alle sonorità dei Motorhead).

Piacerebbe anche a me che l’heavy-metal tornasse a ricoprire il posto che gli spetta nella scala della musica, che le radio ricominciassero a passarlo, che i canali musicali – invece di mandare i soliti due video due dei Metallica, i più conosciuti Enter Sandman e Nothing Else Matters – mandassero anche altra roba che questi ragazzotti hanno girato. Mi piacerebbe, ma so che non succederà. Tanto peggio per i bimbiminkia che oggi si fanno le seghine su gruppetti del cazzo, io son tranquillo, ho la coscienza apposto, metto su No Remorse, e se non mi basta vado avanti con Metal Militia, pregustando già il momento in cui Hetfield urlerà “Metaaal Milisciaaaa!”.

Vitellozzo.

  1. Hit The Lights
  2. The Four Horsemen
  3. Motorbreath
  4. Jump In The Fire
  5. (Anesthesia) – Pulling Teeth
  6. Whiplash
  7. Phantom Lord
  8. No Remorse
  9. Seek And Destroy
  10. Metal Militia

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