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Pat Garrett e Billy the Kid

Sam Peckinpah, Usa, 1973, 108 min.

Trama: Pat Garrett riesce ad arrestare il suo vecchio compagno Billy the Kid. Il buon Billy però è furbo, a morire non ci tiene, e scappa di nuovo. Ne nasce un inseguimento molto bello, che attraversa tutto il Texas, e si lascia dietro una scia di sangue, la musica di Bob Dylan, Bob Dylan, e il crepuscolo del genere western.

Il Film: Siamo di fronte forse all’ultimo western coi controcoglioni, decisamente sopra la media, decisamente tra i miei preferiti. La critica come al solito non capisce nulla,  all’epoca lo distrusse, e il fatto che la produzione ne avesse tagliato un pezzetto rispetto all’originale, addolcisce solo un po’ il giudizio sull’incompetenza di chi ufficialmente tratta di cinema. Nel 1973 i migliori western sono già usciti tutti, penso sia superfluo dire anche di chi stiamo parlando (anche se i successivi Wild Wild West con Will Smith e il Mio West di Veronesi vanno comunque citati), sulla frontiera si è detto tutto, visto tutto, i cadaveri dei morti nei film non si contano più da quanto sono numerosi. I western hanno anche contribuito a rendere celebri attori di tutto rispetto, molti dei quali hanno poi fatto un carrierone, oltre a personaggi della storia di quel periodo realmente esistiti, primi tra tutti i capi indiani, e qualche fuorilegge ribelle, che senza gli western sarebbero nel dimenticatoio. Come Billy the Kid e Pat Garrett, che prima da amici fraterni lottano insieme contro i proprietari terrieri che vogliono colonizzare le terre selvagge, e poi antagonisti, su fronti opposti: l’uno inseguito, sognatore, libero, l’altro inseguitore, oramai vecchio e disilluso, legato al cappio della legge con una stelletta da sceriffo. In questo, il finale del film è fedele al finale della storia: James Coburn/Garrett insegue e uccide Billy the Kid. La differenza è solo il come. Lo sceriffo bracca l’(ex)amico muovendosi sulla terra sconfinata del profondo Sud, a cavallo (del passato) e via via che macina chilometri, così macina vittime, tutti quelli che appartenevano alla banda di Billy, e gli sono fedeli. Anche Billy si sposta, si rende conto che la fine è vicina, prova allora a partire per il Messico, cercare di salvarsi la vita, ma non ci riesce: il legame con la sua terra è troppo forte, e quando un suo amico messicano viene fatto fuori dagli uomini di un latifondista, torna indietro, condannandosi alla morte. Morte che però rivela comunque il forte legame tra i due, quando Pat evita a chiunque di infierire sul corpo dell’amico, e lo difende, vegliandolo fino all’alba, per poi ripartire. Belle le scene – i paesaggi del Texas e quelle zone lì mi piacerebbe un giorno andarle a vedere – belli i dialoghi, molto cazzuti come deve essere, e stupenda la colonna sonora di Bob Dylan (spicca Knockin’ on Heaven’s door), il quale ha una parte nel film non da poco e che anche se allora era giovane giovane, sapeva già fare il suo mestiere. Attorno ai due protagonisti poi, come detto, si muove tutta una serie di personaggi leggende del western di quegli anni, elemento in più per considerare questa pellicola come l’ultimo tributo a questo genere, che sì, lo guardava i’mi nonno, ma era tanta roba.

Voto: 7+. Tette messicane, sangue anni ‘70, e tanto whisky.

Vitellozzo.

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Spring Breakers

Harmony Korine, 2012, Usa

lCEA5QAVrUotUz82ifkSNdrgrpOTrama: culi, pistole, e coca. E culi.
Altrimenti anche film che mostra il vuoto dell’adolescenza, esasperato dalla vacanza di 4 ragazze che.. etc etc. Culi.

Il Film: 4 ragazzine bravissime, ma brave, brave, brave, brave eh! La moglie del regista, poi Ashley Benson (BENE!), e due sconosciute che leggo essere uscite da Disney Channel, e ora fanno i miliardi come “cantanti”: Vanessa Hudgens, e Selena Gomez, che, messe in queste vesti (le poche vesti delle zoccole americane), fanno la loro bella figura.
Nel cast anche James Franco, forse nel miglior ruolo della sua vita, il finto gangsta spaccio, spacco, sparo, trombo solo io, e muoio.

Il film di Korine è molto di più. Cioè, i culi e le tette hanno un ruolo fondamentale, e si fa fatica a notare altro, ma il regista di Gummo, e sceneggiatore di Ken Park, mette al centro anche qui una riflessione su l’adolescenza americana e la sua idiozia. Riflessione che non mi convince mai fino in fondo, o meglio, è molto esplicita (le lacrime e le risate si alternano molto velocemente per le bimbe), ma è un po’ fine a se stessa. Si sa già.
Prima il “fanculo la scuola” e poi alla fine il “sarò una ragazza migliore”. Vabè dai, sei na zoccoletta. Pensa come stiamo messi noi in Italia, che lo Spring Break ce lo sogniamo e ci illudiamo che un tavolo in un locale di Gallipoli sia il top del top con la lista top e la bottiglia top. Là tutti nudi, e qua solo camicia bianca e mocassini. Se c’è da fare una riflessione sugli adolescenti, inizierei da chi sta peggio (vedi I Ragazzi Della Notte)

Comunque il film riserva molti momenti veramente ben fatti: la rapina inquadrata dalla macchina che aspetta fuori, le luci e i costumini fluo, le musiche sempre azzeccate (anche Cliff Martinez, lo stesso di Drive), le ragazze che cantano Britney Spears con i fucili e i passamontagna. Scene costruite sempre bene.
Finale troppo esagerato, con una sparatoria non necessaria, ma quel pontile rosa, con loro che camminano inquadrate da dietro, è notevole.
Ah, orrenda la traduzione del titolo in italiano: Una Vacanza Da Sballo. Come sempre, buttiamola sul ridicolo se è un film drammatico.

Voto 6/7: Ok, posso smettere di fare il serio? C’E’ STE 4 CAGNE IN COSTUME PER TUTTO IL FILM CHE FANNO LE CAGNE. VA BENE?

Hi, I’m Vanessa Hudgens, and you’re watching Disney Channel!

 

Capitano Quint

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Zombie Strippers

Jay Lee, 2008, Usa, 94min

Trama: In un laboratorio chimico militare si disperde un virus. Un infetto riesce a scappare e a raggiungere un locale di spogliarelliste, dove….no via, c’è Jenna Jameson, la trama non ha senso.

Il Film: facciamo contenti tutti i grandi critici esperti di cinema sul web dicendo che il film è una merda. Per tutti gli altri, il film è ovviamente consigliatissimo, per due semplici ragioni: è un b-movie splatter, e c’è Jenna Jameson. Il b-movie splatter regala sempre gioie perché dà garanzie, sai già cosa aspettarti e quindi non rimani deluso: una recitazione imbarazzante da parte di tutti gli attori, personaggi stupidi, una trama inesistente al servizio di sangue e tette. E che tette, visto che ci troviamo all’interno di uno strip-club, in cui le ragazze, diventando via via degli zombie, hanno l’istinto di scatenarsi ancora di più, e poi mangiare i loro clienti. Il rapido decomporsi dei corpi, induce lo spettatore ad una naturale deviazione verso la necrofilia, e quando le ragazze sono ormai inguardabili mostri, gli sceneggiatori decidono di far arrivare una squadra speciale dell’esercito capeggiata da due tettone, così, tanto per ristabilire le cose.

Non può essere considerato un film decente, ma comunque sono apprezzabili gli effetti visivi ed il trucco degli zombie, tutto fatto bene, artigianalmente e grezzamente come è giusto che sia. Per i palati più fini, bisogna dire che Jenna è già nella fase anoressia + lifting, fase che ha rovinato decisamente la sua estetica divina e indiscutibilmente perfetta degli anni ’90, ma: 1­­- possiamo notare che anoressia e mutazione in zombie colpiscono la carne, ma non il silicone; e 2- c’è lei che balla nuda, ti morde, e te diventi zombie, quindi immortale. Problemi a riguardo?

Voto: 4 ai dialoghi, 4 alla sceneggiatura, 8 all’idea, 8+ a JJ.
Media 6, bono dai

Capitano Quint

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